Culture-Antologie
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La cucina è arte; ma è arte di genio e di gusto “La cucina è arte; ma è arte di genio e di gusto: e quell’uomo, che non ha né genio, né gusto, non dee parlar di cucina: Tempo passò quando si esercitava la cucina con avvedutezza, con principi, e con raziocinio, onde divenne scienza. Né altrimenti la definì il celebre Montagna, quando la vide esercitata da uomini di sapere come i Bracmani, i quali conoscendo l’utilità del ben vivere, per mezzo della preparazione delle vivande ad esame ed arte, ne presero tanta cura, che par che vivessero per mangiare, e non già mangiavan per vivere. |
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di Vittore Fiore da "Lo stivale allo spiedo" Alle dieci della sera alicette lucidissime dell’ultima pesca, gridate da marinai scalzi che percorrono di corsa strade squadrate come dadi del borgo murattiano; ve le vendono a manciate, un pugno cento lire. Altre grida? Altre voci? Bisogna avere un’idea di che cosa rappresenta il pesce crudo per i baresi (quelli autentici): una soddisfazione di vivere, di possedere. E del sorriso di commiserazione che sale verso chi, per ignoranza, per stomaco debole, o semplicemente per paura, si mette sul no e se ne sta lì a guardare, quasi trasecolato, il Mangiatore fortunato... |
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